Arma: d'argento alla banda dello stesso bordata di nero, caricata di tre rose di rosso e accompagnata da due rose dello stesso.
La Famiglia Frisari
Originaria della città di Scala, le prime notizie di essa si trovano in Amalfi fino dal sec. XI. Ebbe nobiltà in Scala, in Barletta, in Lecce, in Polignano ed in Sicilia. Passò in Barletta ed in Bisceglie per occuparvi cariche distinte, e da ultimo si stabilì in Scorzano nella provincia di Lecce. Ebbe la signoria di Bagliva, di Trani, di Erchie e di Ragostino; le contee di Branco, di Cella e di Sancassiano, il marchesato di Ciro, il ducato di Scorrano, e i principati di Oliveto e di Tarsia. Giannotto, stratigò di Amalfi nel 1206. Enrico maestro portulano e procuratore della Provincia di Principato nel 1271. Francesco Saverio profondo storico ed elegante poeta e fondatore in Scorrano dell'Accademia degli Intrepidi. Luigi generale dell'ordine dei Teatini e Vescovo di lecce nel 1805. (dal Dizionario Storico Blasonico di G.B. di Crollalanza).
In Scala la famiglia
Frisari ebbe il patronato sulla chiesa di S. Sisto un grande edificio a tre
navi, consacrato nel 1207 da Lorenzo vescovo di Minori, Matteo arcivescovo di
Amalfi e Costantino vescovo di Scala, alla presenza del Card. Pietro Capuano,
nonché una cappella nella Cattedrale posta sotto il titolo di S. Giovanni. Un
ramo si trasferì in Bisceglie con Fiorillo, ai tempi del re Ladislao. Di questa
famiglia conosciamo tre versioni dello stemma e tutte e tre hanno pezze e figure
comuni: la rosa e la banda, per indicare, probabilmente, rami diversi della
stessa famiglia. La prima è d'argento, alla banda dello stesso bordata di nero
caricata di tre rose di rosso e accompagnata da due rose dello stesso. Questa
versione è riportata da alcuni autori di araldica quali il Crollanza ed il
Bonazzi nonchè il Padiglione. La seconda è invece uno scudo con la banda
superiormente spinata, accompagnata in campo da una stella ed in punta da una
rosa. Questa è tratta dallo stemma inciso sulla pila dell'acqua santa nella
Chiesa di S. Pietro in Campoleone di Scala, chiesa che appartenne alla nobile
famiglia dei Trara. La terza versione è uno scudo con tre bande e tre rose
poste in fascia nel capo e con la bordatura spinata e ci è stata lasciata dal
Mansi. Sia per la seconda, ovviamente perché in marmo, che per la terza
versione non abbiamo i colori. Nel Mansi è riportato anche il signum del notaio
e giudice Nicola Frisari di Scala attivo dal 1328 al 1331. E’ uno scudo
troncato, diviso cioè orizzontalmente, con quattro elementi inidentificabili
posti tre in fascia nel capo ed uno in punta tra le gambe di un elemento che
potrebbe rassomigliare ad un compasso aperto. [1]
La famiglia è iscrittta nell'elenco Ufficiale della Nobiltà Italiana con i segg. titoli: Dall'elenco Uff. Nob. It.: 1) Nobile (mf), orig. Napolitano, dim. Bisceglie. Discendente da Michele, da Saverio, e da Domenico, di Giulio, ascr. All'elenco del priorato di Barletta nel 1801; 2) Duca di Scorrano (succ. nap.), mpr, orig. Napolitano, dim. Scorrano, disc. Da Giuseppe e Vincenzo, ascr. All'elenco del Priorato di barletta nel 1801; 3) Bar. di Torre Castel Saraceno, mpr ric. 1913, orig. Di Bisceglie, dim. Bisceglie. Vito, di Fiorillo e Geronima Lepore. Fratelli: Marianna, Caterina, Angela, Nicola, Giulia.
[1] Questa integrazione alle notizie sulla famiglia Frisari, è stata resa possibile grazie alle informazioni gentilmente comunicatemi da Giovanni Grimaldi.