A V V E R T E N Z A:
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D'ALESSANDRO (Duchi di Pescolanciano)*
Feudi posseduti:
- Molise: Caccavone, Carovilli, Castel del Giudice, Castellino del Biferno, Castiglione, Civitanova d.Sannio, Cocozzola, Coppola, Duronia (prima del 1648 all'eversione feud.), Pescolanciano (fine 1500 - eversione feud.), Pietrabbondante (dal 1789, fino all'eversione feud.), Rocca, Rocca la Meta, Roccacinquemiglia, Schinaforte, Valle, Valle Montemigliara, Vastogirardi (seconda metà sec. XVIII - eversione feud.), Vignale, Vicennepiane (fino al 1733), Spronasino.
Titoli:
- Duca di Pescolanciano, (mpr);
- Barone di Civitanova del Sannio, Carovilli, Castiglione, Civitavetere (Duronia), Castel del Giudice, Roccacinquemiglia, Sprondasino e Pietrabbondante, (mf);
- Patrizio Napolitano, con uso di Don e Donna (mf);
Principali Residenze:
- Napoli;
- Firenze;
- Palermo
Arma: d'oro al leone rampante di rosso con la banda di nero caricata di tre stelle a cinque (sei) raggi d'oro attraversante. Lo scudo contornato dagli ornamenti ducali di corona e mantella e svolazzi d'oro, rosso e nero. MOTTO: te sine quid moliar.
Le origini più remote della famiglia vengono tradizionalmente rinvenute in alcune tribù elleniche, che si stanziarono in Magna Grecia, identificate dal nome proprio di Alexander (composto dai termini “alexein” ed “ander”o “andròs”, letteralmente “difensore degli uomini”). Il ramo ducale di Pescolanciano, deriva direttamente da quello principale dei d’Alessandro patrizi Napoletani, che furono ascritti ai seggi di Montagna (1464, con Severo) e successivamente di Porto (1492).
Le notizie più antiche risalgono al miles Christi Guido de Alexandro, Barone di Roccagloriosa in Principato citeriore (fine XII sec.), che venne menzionato nel Catalogo del Borrelli tra i feudatari rossocrociati partiti per la Terra Santa (terza croc. 1189-92) ed approdato in terra di Apulia a fine del suo servizio in qualità di precettore della domus di Lama per mandato del capitolo della provincia di Puglia-Terra di Lavoro dell’Ordine del Tempio, presieduto da Pietro de Ays. Fu proprio in questa provincia che nacque il ramo pugliese che ebbe tra i suoi ascendenti Lando de Alexandro, componente della comunità templare della chiesa di S.Paterniano di Ceprano (1269). I discendenti di questo ramo si stabilirono anche in Ascoli Satriano [1], Barletta e Foggia.
Tra i rappresentanti di questa illustre progenie, vanno annoverati: Gio. Pietro, dottore in legge, autore di varie opere letterarie, tra cui si ricordano, la “Dimostrazione de’ luoghi tolti et imitati di più autori di Torquato Tasso nella Gerusalemme Liberata” (1604); Pietro Antonio, Vescovo di S.Marco in Calabria (1688); Pietro, di Trani, viceconsole del Regno Due Sicilie per la Francia (1803-25) e già Cavaliere di Grazia dell’ Ord. Costantiniano di S. Giorgio (1802-27).
Tuttavia il ramo principale e primigenio della famiglia deve considerarsi quello di Napoli, città nella quale la famiglia fu ascritta ai Seggi di Montagna e Porto, al quale ultimo rimase ascritta fino all’epoca dell’abolizione degli stessi (1800) per essere poi ricordata solo nel Registro delle famiglie feudatarie. Questo ramo annovera tra i suoi più illustri membri il nobile Angelo, consigliere del re Carlo I d’Angiò, promosso Luogotenente del Regno (1282-85) per la sentita fedeltà alla corona angioina. Numerosi sono, tuttavia, gli altri eminenti esponenti della famiglia d’Alessandro del napoletano:
- Giovanni (fu Carlo), Barone di San Giorgio (fine sec.XIII);
- Francesco (figlio del precedente) che insieme allo zio Gualterio risultò tra i baroni del Regno di Carlo II d’Angiò, che ne ordinò la rivista in S. Germano (1291);
- Antonio (fu Francesco), erario della città di Napoli (1311);
- Alessandro (fratello del precedente), maestro di Teologia, e Generale dei frati Minori (1310);
- Giovanni, Abate del convento di San Giovanni a Carbonara in Napoli.
- Giovanni II, (fu Antonio), erario di Napoli (1338), come il padre;
- Antonio II (figlio del precedente) anche lui erario di Napoli (1343), nominato tale dalla regina Giovanna I.
- Giovanni III (figlio del precedente), Barone di Casanova, fu Gran Camerario di Calabria (1415), ed in seguito Maresciallo del Regno e Giustiziere degli Scolari.
- Paolo (di Giovanni III) fu segretario personale della regina Giovanna II, che lo promosse al rango di familiare e lo nominò Direttore del gran Sigillo;
- Sansonetto (fratello del precedente) anche lui familiare della regina Giovanna. Ottenne l’incarico di governatore di Montefusco e suoi casali avellinesi (1415), nonché di Lucera e Foggia (1423). Fu il capostipite del ramo d’Alessandro, duchi della Castellina (Castellino sul Biferno), che sposò Maria Liguoro;
- Antonio, di Paolo, personaggio di cultura stimato dalla monarchia Aragonese, formatosi presso l’Aretino e insignito delle cariche di Giudice della Vicaria (1481), auditore del re Ferdinando I d’Aragona (1494-96), presidente della Regia Camera della Sommaria, Viceprotonotario del Regno, Presidente del Sacro R. Consiglio (1503) e professore di giurisprudenza nell’Univeristà partenopea dei regi studi. Questi incarichi gli valsero l’onorificenza del collare dell’Ordine della Giara. Fu Ambasciatore dei re d’Aragona presso numerose corti regie (presso il Papa Pio II nel 1458; il re Giovanni d’Aragona nel 1459; il re di Francia; Lorenzo dei Medici, inviato speciale a Firenze nel 1481; diplomatico in Milano e Venezia). Compose le opere giuridiche: Reportata Clarissimi U.I. Interpetris Domini Antonii de Alexandro super II Codicis in Florenti studio Partenopeo (1474), Addictiones ad Consuetudines Neapolitanas.
- Alessandro ab Alexandro (cugino del precedente), illustre giurisperito-umanista, fu discepolo del Fidelfo. Ebbe grande notorietà presso tutte le accademie delle corti d’Europa per la sua erudita opera in sei libri Genialium Dierum (1522), alla quale fece le sue annotazioni Andrea Tiraquello, regio senatore del parlamento parigino. Resse le sorti dell’ateneo napoletano nel relativo periodo di decadenza. Il Pontefice gli conferì, in commenda, la badia di Carbone dell’Ordine di S.Basilio (SS. Anastasio ed Elia) in Lucania;
- Pietro Nicola, fu Razionale e Presidente della R. Camera della Sommaria (1457), che acquisì da re Ferrante d’Aragona la baronia di Faicchio (1464-79).
Alcuni membri di questa famiglia (Baldassarre, fu Pietro, Ordinario Regio Capitano, e Governatore dell’Aquila e Taranto; suo fratello primogenito Lorenzo, deputato per il sedil di Porto, Ordinario Regio Capitano e Governatore di Monopoli negli anni 1514-20) unitamente ad altri loro cugini rappresentanti il ramo di Cardito (Giulio, Marco presidente della R. Camera, Jacobuccio II) si trovarono schierati, nella rivolta baronale filo-francese, contro la dinastia austro-iberica, rimanendo coinvolti nei processi sommari (con esproprio dei beni fondiari e rendite) voluti dall’asburgico imperatore Carlo V, non avendo potuto usufruire dell’indulto del 1530. Fabrizio d’Alessandro, per aver partecipato ai tumulti contro il Tribunale dell’Inquisizione (1547), venne fatto condannare dal Vicerè don Pedro de Toledo, giunto a Napoli per dar corso ai processi contro i rivoltosi, alla pena capitale della decapitazione. In seguito il figlio del predetto Lorenzo e di Cecilia de Angelis (della famiglia imperiale greca), Giovanni Francesco, insieme alla sua moglie, Rita Baldassarre di Roccaraso, riscattò la sopravvenuta confisca e decadenza familiare, acquisendo la baronia di Santa Maria dei Vignali e di Pescolanciano (1576). Da tale capostipite derivò il ramo tuttora fiorente dei Duchi di Pescolanciano.
Giovanni Francesco d'Alessandro, I Bar. di Pescolanciano Rita Baldassarre di Roccaraso
Numerosissimi furono i discendenti illustri di questo ramo che ottenne il titolo ducale con Fabio juniore nel 1654:
- Giovanni Gerolamo (+1642), terzo Barone di Pescolanciano, coniugato a Isabella Sommai, che acquisì le baronie di Carovilli e Castiglione (1619) nonché di Civitanova del Sannio e Sprondasino (1627);
- Giovanni (1559-1654), noto per la scuderia di cavalli “saltatori” in Pescolanciano;
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Immagine equestre e ritratto di Giovanni d'Alessandro, detto il "Cavaliere", IV Bar. di Pescolanciano |
- Agapito (1595-1655), marito di Beatrice Ferri, acquistò il feudo di Civitavetere (Duronia, 1629);
- Fabio (1626-1676), ottenne il titolo ducale sul feudo di Pescolanciano. Eseguì rilevanti lavori di ristrutturazione del castello d’Alessandro in Pescolanciano e vi edificò un’area sacra, ove trasferì nel 1656 le sacre reliquie del martire S.Alessandro, venerate secondo un rito religioso (iniziato da suo fratello, l’Abate Alessandro) che si rifaceva alla tradizione templare del Casato;
La cappella ducale all'interno del castello di Pescolanciano | Incisione con le spoglie di S.Alessandro |
- Gio.Giuseppe (1656-1715), oltre ad abbellire la dimora castellana in Pescolanciano con numerose opere d’arte di artisti famosi, è noto alle cronache per il suo impegno letterario. Riconosciuto poeta barocco dall’Accademia degli Oziosi, Giuseppe fu autore delle seguenti opere: “Pietra di Paragone dei Cavalieri, Arte del Cavalcare”(1711, 1714), “Selva Poetica” (1713), “Arpa Morale” (1714);
Giovanni Giuseppe d'Alessandro, III Duca di Pescolanciano |
- Ettore, figlio del precedente, (1694+1741) ristampò nel 1723, apportando delle aggiunte poetiche il componimento paterno, Arte del Cavalcare. Ereditò dalla madre, Anna M. Baldassarra Marchesani, i feudi di Castel del Giudice e Roccacinquemiglia;
- Pasquale Maria (1756-1816), figlio del V Duca e X Barone Nicola M. ed Eleonora Castromediano Limburgo Acquaviva d’Aragona, acquisì il feudo di Pietrabbondante (1789).
Era appassionato di alchimia, e fondò la nota fabbrica di ceramiche e porcellane presso il castello di Pescolanciano (1783-1795), producendo diversi manufatti (con variegati decori, quali le insegne araldiche del Casato o le palme sull’isola, i salici con gli uccelli, fiorature al ticchio), conservati presso vari musei italiani (S.Martino di Napoli, Artistico e industriale, Duca di Martina di Napoli, Faenza, Baranello) ed esteri (Louvre, Sanpietroburgo per donazione fatta allo zar Paolo I delle Russie).
Collezione privata: Gerusalemme in catene | Collezione privata: Gerusalemme liberata |
Fu insignito della croce di devozione del S. M. Ordine Gerosolimitano (1794), in cui furono cavalieri professi lo zio Francesco (1778) ed il fratello Francesco Maria (1795). Il duca Pasquale, gradito da re Ferdinando IV di Borbone per le sue capacità artistiche, fu nominato Sovrintendente delle fortificazioni e Direttore di ponti e strade in Napoli (fine XVIII sec.), nonché socio della Soc. Economica della Prov. di Molise (1810);
- Giovanni Maria (1824-1910) di Nicola (figlio del precedente) ed Aurora Ruffo Scilla di Calabria, conservò la passione per le arti e la storia, occupandosi degli scavi archeologici di Pietrabbondante, come Sovrintendente Regio nel 1857 e fu molto apprezzato dell’amico archeologo tedesco Theodor Mommsen. Fedele alla dinastia dei Borbone, il duca Giovanni fu: Capo plotone della Guardia Cittadina (sotto il comando di S.A.R. Leopoldo di Borbone, 1847); Consigliere Prov. Campobasso (1851); Capo plotone Guardia d’Onore Prov. Molise (1855); Presid. Consigl. distretto d’Isernia, ottenendo l’onoreficienza delle “Chiavi d’Oro” (1858). Per il suo coinvolgimento nei moti legittimisti in Molise, contro l’esercito piemontese, fu fregiato dal re Francesco II di Borbone della “Gran Croce” S. R. M. Ordine Costantiniano (1860), seguendolo nell’esilio in Roma, ove risiedette fino al 1865, ritornando poi a Napoli.
D. Fabio d'Alessandro (1626-1676), I Duca di Pescolanciano |
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D. Ettore Fabio d'Alessandro (1694-1741), IV Duca di Pescolanciano | D. Nicola Maria (1726-1764), V Duca di Pescolanciano |
D. Nicola Maria d'Alessandro (1784-1848), VII Duca di Pescolanciano | D. Aurora Ruffo dei Principi di Scilla (+1872), moglie di D. Nicola Maria |
D. Giovanni Maria d'Alessandro (1824-1910), VIII Duca di Pescolanciano | D. Anna Maria Ruggiero d'Albano (1829-1891), moglie di D. Giovanni Maria |
D. Mario d'Alessandro (1883-1963), X Duca di Pescolanciano | D. Carlo Ascenso d'Alessandro (1891-1975), XI Duca di Pescolanciano |
Altri importanti rami fiorirono nelle seguenti località:
Ascoli Satriano: questo ramo, discendente da Lando de Alexandro, si stabilì ad Ascoli Satriano nel XVI secolo. Il catasto onciario compilato nel 1753 descrive la famiglia di Don Giampietro d'Alessandro (di anni 39), coniugato con Ippolita Maffei (n. 1721), che viveva nella casa palaziata sita nel loco detto il Pontone. Avevano 6 figli: Cesare (di anni 6), Giuseppe (di anni 4), Donata (di anni 7), Felice (di anni 5), Teresa (di anni 3), Troiana (di anni 1). Facevano parte del nucleo familiare anche Donata de Benedictis, forse madre di D. Giampietro, ed i suoi fratelli: D. Francesco Antonio, sacerdote, D. Giambattista, sacerdote, Placida, religiosa, Margherita religiosa, Marianna, religiosa, Maria Niccola, religiosa, Maria Reginalda, religiosa, Rosa Maria, religiosa. La famiglia si avvaleva della collaborazione di una nutrice, due cavalcanti (domestici che stando a cavallo guidavano la prima coppia di cavalli della carrozza) e tre domestici. Il catasto del 1753, inoltre, riporta tra le chiese, monasteri ed altri luoghi pii siti in tenimento di Ascoli Satriano il Monte grande che fu istituito dal quondam Ottavio d'Alessandro, ed il Monte piccolo istituito dal fu Gianferdinando e Scipione d'Alessandro. Nella cattedrale di Ascoli Satriano, è presente una cappella dedicata a S.Anna che fu di jus patronato della famiglia d'Alessandro.
La cappella dei d'Alessandro, dedicata a S.Anna (XVI sec.), nella Cattedrale di Ascoli Satriano
Sorrento: Ludovico (discendente di Angelo d’Alessandro, consigliere del Re Carlo), Arcivescovo di Sorrento (1266), fu il principale referente della famiglia che prese dimora in questa città. A Sorrento i d’Alessandro godettero nobiltà di seggio in Dominoro fin dal 1304, con il giudice Saverio ab Alexandro. Questo ramo, che si estinse nel XVIII sec., dette vita a quelli dei d’Alessandro Baroni di Albanella (Francesco Jr, sec. XV). Un fratello di Ludovico, Carlo, fu Giustiziere di Calabria.
Calabria: gli appartenenti a questo ramo calabrese, godettero della nobiltà nelle città di Melfi, Rossano, Mormanno. Gaetano, nel 1793, ottenne in Montalto Uffugo, il riconoscimento di nobiltà con diritto di sedile, mentre nel 1699, insieme a Carlo d’Alessandro si trovò tra i fondatori dell’ordine dei Minimi. Tra gli altri esponenti calabresi si ricordano: Sebastiano, che vestì l’abito carmelitano in Catanzaro e fu consacrato, in vecchiaia da papa Clemente X, vescovo di Ruvo (1672); Antonio intestatario delle proprietà feudali di Figurella (1781) e Moncoturno (1796-1802).
Cardito: diramazione che ebbe origine con Jacobuccio I, gran falconiero reale e commensale di corte, ottenne la baronia di Cardito dal re Ferrante d’Aragona. Questo ramo si estinse nel XVIII sec. dopo quattro generazioni. I più noti rappresentanti furono: Crisostomo, abate benedettino di Montecassino (1527-38); Antonio, deputato del sedile di Porto che contribuì con altri Eletti alla costruzione della Cappella del Tesoro di S.Gennaro nel Duomo napoletano (1527); Jacobuccio II che partecipò alla rivolta dei baroni (1528) contro il governo spagnolo e riuscì a riscattarsi dalla punizione dell’imperatore Carlo V, aderendo alla spedizione contro i turchi(1538) ; infine Fulvio e Mercurio, dottori in legge (1577) che con Pompeo ed il gesuita Gerolamo (fondatore della Congregazione degli Schiavi) chiusero la progenie di tale ramo.
Marigliano: questa linea si formò contemporaneamente a quella di Cardito. I discendenti del ramo ottennero il riconoscimento di Nobili napoletani mf, con D.M. del 2 maggio 1908. Capostipiti furono Nicola e Gabriele de Alessandro (1487), proprietari di vari casali (Cisterna) in Terra di Lavoro, vissero in parte a Napoli fino al XVII sec. Giovanni Antonio, donò alcune terre alla cappella di S.Nicola in Marigliano (1497). Antonio, cavaliere milite (+1573), insieme a Mutio (+1585) ed altri personaggi fu sepolto nella cappella gentilizia della chiesa Ave Gratia Plena in Marigliano. Marco Antonio fu difeso dal cavalier Marino in un processo per omicidio nel 1603-1604. Il cavalier Gennaro rimase coinvolto nei tumulti del 1647 in Terra di Lavoro. Alcuni membri vestirono l’abito religioso, come Alessandro (1695), Abate, e Padre Bernardino (1773).
D. Carlotta (1853-1889) e D. Fabio Maria (1863-1954), figli dell'VIII Duca, D. Giovanni Maria d'Alessandro |
Castellino del Biferno, ramo dei Duchi della Castellina: due rappresentanti di questo ramo appartennero all’Ordine Melitense: Camillo, Cavaliere professo nel 1574, e Antonio, ammesso all’Ordine di Malta nel 1686. In particolare si ricorda Giovanni Battista (di Lelio e N. Macedonio), che fu tra i nobili fondatori dell’opera caritatevole del pio Monte della Misericordia in Napoli (1601), di cui fu governatore (1609). Fu nominato dal sedile di Porto quale deputato autorizzato a trattare con il viceré duca di Medina de Las Torres per l’abolizione di alcuni gravosi dazi. Re Filippo IV di Spagna lo nominò duca della Castellina (1639), titolo mantenuto dai discendenti fino al XVIII sec., allorquando morì il prelato Luigi, vescovo di Foggia, e sua sorella, Francesca, sposò Gio. Battista Zunica, famiglia che ne ereditò il predicato.
La famiglia ducale di Pescolanciano è attualmente rappresentata da D. Giovanni d'Alessandro (nato a Napoli il 2 gennaio 1921), XVIII Bar. e XIII Duca. Dottore il Legge, già Generale di P.S., è stato decorato con la Croce al Merito di Guerra, la Cr. d'Oro per Serv. e la Medaglia d'Arg. per Comando. E' membro della Confraternita dei Bianchi dello Spirito Santo, in Napoli.
L'attuale Duca D. Giovanni d'Alessandro (n. Napoli 1921)
Nel 1951 sposò a Napoli, Gelsomina Ercole di Torre del Greco, e dal loro matrimonio nacquero, D. Anna Maria e D. Ettore, anch'egli, come il padre, appartenente alla Confraternita dei Bianchi dello Spirito Santo in Napoli, nonché delegato per la Toscana e Cav. Giust. del S.M.O. Costantiniano di S. Giorgio (Alf.).
D. Ettore d'Alessandro dei Duchi di Pescolanciano, all'interno del Castello Ducale | D. Ettore d'Alessandro, Cav. Giust. del S.M.O. Costantiniano di S. Giorgio, al Pontificale dell'ordine insieme al Gran Maestro D. Carlos di Borbone, Duca di Calabria e Infante di Spagna ed al di lui figlio, Duca di Noto. |
Notevole il suo impegno nella valorizzazione e nella conservazione del patrimonio storico-culturale della famiglia, impegno che si è concretizzato nella creazione del Centro Studi d'Alessandro, insieme ai cugini paterni Ivano e Stefano, che ha sede nel prestigioso castello ducale in Pescolanciano. Considerata l'importanza dell'iniziativa, riteniamo opportuno pubblicare in queste pagine qualche nota esplicativa sulle finalità del Centro Studi della famiglia d'Alessandro, nonché il programma svolto dal 1996, epoca della sua fondazione. Il programma viene pubblicato così come concepito dal suo fondatore, D. Ettore d'Alessandro, che ha voluto gentilmente consentirne la pubblicazione sul nostro sito.
Gruppo familiare con D. Ettore d'Alessandro (in divisa), ed i figli D. Giovanni (attuale Duca, vicino al padre) e D. Mario e D. Jolanda. Al centro del gruppo, ritratto sulle scale del castello d'Alessandro, anche lo studioso D. Maselli
Centro Studi d’Alessandro
Castello d’Alessandro – Pescolanciano (IS)
Due immagini degli anni '30, che ritraggono D. Fulco Maria (1861-1939) nel cortile del Castello d'Alessandro, e D. Ettore Emanuele (1892-1975) mentre percorre una strada molisana. |
Appuntamenti ed iniziative
del Centro Studi d'Alessandro
1994:
“Piacere Molise”, 21 luglio 1994;
1995:
“Concerti itineranti nei castelli del Molise”, 14 maggio 1995;
1996:
I Messa per S. Alessandro Martire.
“Presentazione Libro Primo: Arte del Cavalcare di Giuseppe d’Alessandro”in collaborazione con Archeoclub di Pescolanciano, 26 agosto 1996;
1997:
II Messa per S. Alessandro Martire.
“Presentazione Libro Secondo: Arte del Cavalcare di Giuseppe d’Alessandro” in collaborazione con Archeoclub di Pescolanciano, 24 agosto 1997
“Mostra fotografica: Fine di un Regno nascita di una colonia,1860- 1870” in collaborazione con Rinascita Meridionale di Napoli, 24-26 agosto 1997;
“Convegno: La fine del Regno delle Due Sicilie”, 25 agosto 1997;
1998:
III Messa per S. Alessandro Martire.
“Mostra e convegno: La famiglia ducale d’Alessandro e la fabbrica di ceramiche in Pescolanciano”, Atti del Convegno disponibili, 8-26 agosto 1998
“Presentazione Libro : Brigantaggio Altomolisano inedito, le comitive Cozzitto e D’Agnone”, di Antonino Di Iorio, 9 agosto 1998;
“Presentazione Libro : Dal porto di Cnosso alla falanghina dei Campi Flegrei”, di Fulvio Uliano,
10 agosto 1998;
1999:
IV Messa per S. Alessandro Martire.
“Mostra: Immagini e volti del 1799”, 26-29 agosto 1999
“Presentazione Libro: Portici, paradiso perduto”, di Mario Carotenuto, 27 agosto 1999
Messa commemorativa vittime del 1799;
“Convegno: 1799, cronache di un’occupazione”, Atti del Convegno disponibili, 28 agosto 1999
“Presentazione del libro: Paolo da Corinto a Pozzuoli passando per Quarto” di Fulvio Uliano, 29 agosto 1999;
2000:
V Messa per S. Alessandro Martire
“Tavola rotonda: L’Anno Santo Giubilare e la paura dell’Apocalisse”, 25 agosto 2000
“Mostra:Il castello nascosto sulle vie del pellegrinaggio”, 25-27 agosto 2000
“Convegno: Madonne, Santi e Pastori, le vie dei sacri rituali e dei luoghi santi lungo i tratturi del Contado di Molise”, 26 agosto 2000
“Sfilata di moda: Suoni, luci e ombre di fine Millennio”, Collezione di Pasqui Altieri, 26 agosto 2000
“Tesi di laurea: Tracce di fortificazioni di epoca normanna in Molise”, Architette Cristina Pesino e Laura Franco, 27 agosto 2000;
2001:
VI Messa per S.Alessandro Martire
“Mostra: Novecento tra le due guerre, attraverso immagini, oggetti e ricordi”, 24-26 agosto 2001
“Presentazione del restauro del quadro settecentesco di Lorenzo De Caro: la decollazione di S.Alessandro”, a cura della Dr.Tania Damizia, 24 agosto 2001
“Mostra: Arte contemporanea degli artisti molisani Faralli e Peri”, 24-26 agosto 2001
“Convegno: Novecento Molisano”, atti del Convegno disponibili, 25 agosto 2001
“Presentazione del libro: I giorni della sacra spiga. Le feste di S. Anna a Jelsi e Pescolanciano”, di Mauro Gioielli, 26 agosto 2001
“Tavola rotonda: Tratturi, ieri oggi e domani”, con Nicola Mastronardi e Simona Carnevali, 26 agosto 2001;
2002:
VII Messa per S. Alessandro Martire
“Presentazione del libro: Sulle tracce dei templari. I cavalieri del Tempio dalla Terrasanta al Molise”, di Cristian Di Paola, 25 agosto 2002
“Convegno: Cavalli e Cavalieri nella storia, nella letteratura e nell’architettura del Molise”, 24-25 agosto 2002
2003:
VIII Messa per S. Alessandro Martire
“Tavola rotonda: Patrimonio artistico e culturale del Sud Italia, un’eredità da salvaguardare e valorizzare”, in collaborazione con Il Brigante, 24 agosto 2003
“Concerto da camera con strumenti d’epoca ensamble: oboe, flauto, fagotto, clavicembalo, 24 agosto 2003
“Esposizione ceramiche di Pescolanciano con nozioni teorico-pratiche a cura del maestro Prof. Giovanni Pardi”, 24 agosto 2003
“Presentazione libro a Roma MOLISE DAYS: Cavalli e Cavalieri, 4 ottobre 2003
2004:
XIX Messa per S. Alessandro Martire
“Presentazione del libro: Riccardo da Pietrabbondante,Rescriptum Sillogjsmorum inedito del 1372, di Antonino Di Iorio-Archeoclub Pietrabbondante, 27 agosto 2004
“Presentazione del libro:Lo stemma del Regno delle Due Sicilie di Luigi Borgia, 28 agosto 2004
“Convegno: Gli ordini religiosi nell’arte ed architettura del Contado di Molise”, 28 agosto 2004
“Concertino di musica con chitarra classica del maestro Francesco Feola, 28 agosto 2004
“Tavola rotonda: Il Mezzogiorno, dall’economia stagnante risorgimentale allo sviluppo programmato”, in collaborazione con Il Brigante, 29 agosto 2004
2005:
“Sfilata dei Covoni, corteo ducale per il bicentenario della festa di S.Anna”, 25-26 luglio 2005
“Presentazione libro Comune Pescolanciano: Il trionfo delle Messi”“Presentazione libri dell’Archeoclub di Pietrabbondante: “Antologia di Bovianus Vetus”, “Scorie per la lavorazione del ferro. Nuovi siti archeologici” con la partecipazione del presidente Antonino Di Iorio, 27 agosto 2005;
2006:
XX Messa per S. Alessandro Martire
“Presentazione libro dell’Archeoclub di Pietrabbondante: “L’Arte dell’Equitazione, il marchese delle carrozze Mario d’Alessandro”, di Antonino Di Iorio, 26 agosto 2006
2007: fermi causa lavori di ristrutturazione
2008:
Il proclama di apertura
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Alcune scene di combattimento
Da sin.: D. Ettore e D. Alessandro d'Alessandro dei Duchi di Pescolanciano
L'autore del sito, ringrazia sentitamente D. Ettore
d'Alessandro dei Duchi di Pescolanciano, per aver gentilmente messo a
disposizione materiale bibliografico ed immagini inedite di famiglia,
consentendo la realizzazione della presente pagina dedicata alla storia
della famiglia ducale d'Alessandro di Pescolanciano.
[1] Il ramo che fiorì in Ascoli Satriano, usava lo stesso stemma dei d’Alessandro di Napoli, con l’unica differenza che il leone era rivolto a sinistra, anziché a destra. Nella cattedrale di Ascoli S. è ancora oggi presente, nella navata sinistra, la cappella gentilizia della famiglia con il relativo stemma.