La famiglia di Filippo Baccari nel: La famiglia di Girardo Baccari nel:
Albero genealogico discendente dei fratelli Domenico e Filippo Baccari |
La Famiglia del Baccaro (o Baccari)
N.B.: l'asterisco* posto accanto ai nomi di persona indica un diretto ascendente del curatore di questo sito web.
(V. anche: Quaderno n. 4 - La famiglia Baccari, pdf) I Baccari di Capracotta La famiglia Baccari (anche Baccaro o del Baccaro), la cui presenza a Capracotta è attestata già alla fine del 1400, abitava nei cosiddetti quartieri “nuovi”, detti di S. Antonio di Padova e S. Maria, che sorsero a Mezzogiorno dell’abitato, tra il 1400 ed il 1505 . Qui sorse il palazzo Baccari, vicino al quale si ergeva una cappella dedicata a S. Maria, che si presume fondata da questa famiglia. Infatti il piano soprastante la cappella era occupato da un convento o rifugio dei Frati Francescani, fondato nel 1546 da Donato Baccari. Nel 1561 è presente a Capracotta il Magnificus Bernerdinus Baccarius che, insieme alla moglie Giulia, e Johannes de Baccaro, viene censito nel Libro dei fuochi. Nel 1489 i Baccari acquistarono dalla famiglia Carafa la terza parte del castello disabitato di Staffoli che, nel 1492, risulta intestato a Colarosa e Isaia Bachariis di Capracotta. Nel 1540 la sesta parte del medesimo feudo viene intestata ad Andrea de Rosa de Bachariis per successione all'avo paterno Giacomo de Rosa de Bachariis. Nel 1571, invece, l'intero feudo di Staffoli è intestato a Quintiliano de lo Baccaro alias de Rosa di Capracotta, che succede al padre Nicola de Rosa de lo Baccaro. Essendo deceduto Quintiliano, nel 1572 il feudo viene intestato a suo fratello Altavilla de lo Baccaro alias de Colarosa. Nei documenti relativi a quest'ultima intestazione, viene nominato anche il feudo di S. Mauro. Furono anche titolari dei feudi di Cantalupo nel Sannio e Sant'Elena Sannita (Cameli). Possedevano il jus patronato dell'altare dedicato allo Spirito Santo e a S. Caterina, all'interno della chiesa madre, nonchè la cappellania di San Nicola di Mira nella chiesa di Sant'Antonio Abate, della quale, a metà del 1700 erano titolari Apollonia*, Filippo e Gerardo Baccari in quanto eredi di Antonio Baccari. Diversi membri della famiglia si addottorarono in legge: tra essi si ricordano Filippo, Giacomo Antonio (suo figlio), Giovan Prospero (altro figlio di Filippo), Gerardo (laureatosi nel 1724) ed i fratelli mons. Nunzio e Mons. Francesco. Filippo, censito nel catasto onciario del 1743 come nobile vivente e locato della Regia Dogana, don, era anche professor dell'una e l'altra legge. Sposò donna Barbara Susi (o Jusi) di Introdacqua, paese nel quale viveva per gran parte dell'anno per poter amministrare l'ingente patrimonio della moglie. Suoi zii paterni erano Mons. Nunzio e Mons. Francesco Baccari. (v. documento pdf - collegamento genealogico tra da Domenico Baccari ed Alfonso di Sanza d'Alena) Abbracciarono la vita religiosa: Francesco Antonio (n. 1669) arciprete, Ruggiero (n. 1675), Domenico Maria (n. 1729), Nunzio (n. 1670) vescovo di Bojano, Francesco (n. 1673) vescovo di Telese. La famiglia rivestì un ruolo preminente nell'amministrazione della Regia Dogana: furono eletti sindaci generali Filippo, suo figlio Giacomo Antonio (eletto nel 1669), ed altro Filippo (eletto nel 1724) rispettivamente figlio e nipote dei precedenti. Filippo viene definito come "persona onesta e ben nota e cugino del viceregente di Roma" (John A. Marino, L'economia pastorale nel Regno di Napoli). Sempre nell'ambito della Dogana, i Baccari fin dal 1600 a cominciare da Giovanni (forse figlio di Giulio), possono essere annoverati tra i più ricchi armentari del Molise. Si narra che a causa di una contesa iniziata con la famiglia di Majo, i Baccari per superiori ordini, forse dell’autorità civile, forse di quella ecclesiastica, furono costretti ad abbandonare Capracotta e si trasferirono a Bonefro; i di Majo, dal canto loro, si trasferirono a Deliceto. Pare che avviatisi per l’esilio, due degli antichi contendenti s’incontrarono ad una fonte e, vinti dalla tristezza e dalla nostalgia per aver dovuto abbandonare il paese natio, si riappacificarono tra le lacrime: la fonte da allora si chiamò Fonte del pianto. Gran parte dei fabbricati e terreni dei Baccari, secondo quanto scrive il Campanelli, furono venduti all’asta e acquistati dalla famiglia Conti; alcuni terreni da Agostino Campanelli. Non sappiamo se l'aneddoto sia vero o meno, mentre ci risulta che le due famiglie erano imparentate. Infatti don Girardo Baccari, u.j.d., nel 1726 sposò Leandra di Majo, dalla quale ebbe ben sei figli: Cecilia, Cassilda, Saverio, Artemisia, Ignazio ed Eliodora. Altrettanto evidente, però, che un ramo dei Baccari fiorì in Bonefro dove si ricordano: Vincenzo rappresentante al Consiglio Provinciale per l’anno 1861; i sindaci Francesco (1818-1822), Paolo (1829-1832), dott. Alberindo (1873-1873 e 1884-1885), Gennaro (1876-1878; 1885-1886; 1890-1892), dott. Filippo (1893-1894), Paolo (1905-1910), oltre Serafino, speziale di medicina (diploma conseguito nel 1754) e Beniamino che conseguì la laurea in legge nel 1797). Mons. Giovanni Andrea Tria (Memorie storiche civili ed ecclesiastiche della Città e Diocesi di Larino, 1744) ricorda che nella chiesa matrice di Bonefro, l'altare dedicato allo Spirito Santo era affidata al governo della famiglia Baccari. I Baccari si sono imparentati con altre famiglie notabili di Capracotta, appartenenti alla "casta" dei ricchi proprietari della Dogana di Foggia: Apollonia* (n. 1670, figlia di Domenico* e Porzia Baccari*) sposò Gregorio Melocchi; Agata (n. 1697) sposò il dottor fisico Nicola Mosca; Antonia Baccari (+ 1724) sposò Pascantonio Melocchi. Altre famiglie Baccari sono ricordate nella città di Sessa, dove furono ascritti al seggio nobile di San Matteo, ed in quella di Velletri dove visse Vespasiano consigliere e priore della sua patria fin dal 1654; alzava come arma: d’azzurro alla fascia d’oro sormontata da un toro passante al naturale e accompagnata in punta da vari ramoscelli verdi, caricati di bacche d’oro (G.B: di Crollalanza, Dizionario Storico Blasonico). Una menzione particolare meritano i fratelli presuli Mons. Nunzio e Mons. Francesco Baccari.
Giovan Prospero, fratello dei precedenti, sposò Antonia figlia di Diego Porpora, Tesoriere di Chieti, gentiluomo napoletano.
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Dal libro di P. Albino, Biografie e ritratti degli uomini illustri della provincia di Molise Dal libro di G. Masciotta, Il Molise dalle origini ai nostri giorni Dal libro di G. Rossi, Catalogo dé Vescovi di Telese |