LA FAMIGLIA MELLUCCI
del Prof. Domenico Iannicelli di Avella
(articolo pubblicato il 10 maggio 2020)
Arma di Napoli: d'azzurro, a tre medaglie, figurate d'una testa laureata, d'oro, con il capo di concessione di Westfalia, cioè di rosso, carico di un puledro d'argento, ritto e rivoltato, nascente.
Scudo: il fiore al centro - margherita che in araldica simboleggia la dolcezza/bontà d’animo, il giglio è la forza/supremazia. Potrebbe essere interpretato come un animo gentile dentro una corazza possente.
Titoli: nobili, cavalieri, baroni, conti.
Dimora: Capua, Pescolanciano, Montelapiano, Firenze, Napoli.
Il casato Mellucci, di antica nobiltà, vantava un’origine fiorentina, come riporta Luigi Palmieri, si è diramato in Calabria con Johannes il quale governò la città di Crotone al tempo di re Alfonso e vestì l’abito di Malta; la duchessa Desiderata feudataria di Pescolanciano in Molise sposò il barone di Roccaraso, Roccacinquemiglia e Castel del Giudice, Bernardo Marchesani deceduto l’11 dicembre 1621, la quale donò nel 1628 al nipote il duca d’Alessandro di Pescolanciano il bosco di Montedimezzo e Collemeluccio di 347 ettari ,che nel 1977 è divenuto Riserva naturale biogenetica di Collemeluccio mantenendo in ricordo il nome della nobildonna Desiderata, in Abruzzo e nelle Marche il fratello di Desiderata, Guglielmo[1] marito della contessa Laudonia d’Amato, il quale fu conte dei feudi nel 1619 di Collemarino, Montepidocchio, Luparella, Borrello e Gamberale[2], tramandati al figlio Michelangelo[3] che fu barone e legale di Rossello, Fallo e Montelapiano, acquistando i feudi nel 1668 dal barone Filippo Caracciolo nipote di Giulio Cesare Caracciolo, morto nel 1627, come riporta Lucio Cuomo[4]. Michelangelo fu possessore del Castello di Montelapiano e della Chiesetta gentilizia, la sorella Barbara nel 1675 andava sposa al barone Quadri Antonio Coccio [5], il fratello Stefano nel 1722 viene consacrato in Abruzzo, Sacerdote per poi divenire Vescovo, Pasquale diviene Magistrato, il fratello Salvatore sacerdote a Napoli, le altre due sorelle suor Maria e suor Teresa diventeranno badesse. I figli di Michelangelo, Mons. Giuseppe sarà sacerdote del Duomo di Capua e sarà sepolto all’interno della Basilica, Agostino dottore in fisica, Magnifico don Giovanni[6] sarà Rettore ecclesiastico a Crotone presso la Basilica di Santa Maria de Prothospatariis e Pasquale che sposerà la nobildonna casertana Carmela Russo, sarà prefetto ed intendente borbonico. Pasquale avrà sette eredi: Maria Grazia e Maria Gaetana diventeranno suore, Maria Giuseppa e Maria Teresa sposeranno i fratelli Giovanni e Francesco Pascale entrambi notai di Caserta, Luigi diverrà notaio, Stefano letterato e poeta e fondatore della Chiesetta gentilizia in Curti – ex frazione di Santa Maria Capua Vetere e Gioacchino che sposerà la contessa Cristina Casertano fu Domenico di Casagiove, sarà Sindaco e legale di Curti. Gioacchino avrà due eredi Carmela che sposerà il medico Ferdinando Sciarpa di Napoli, e Pasquale nato nel 1853 a Curti sposerà la duchessa Adele Gaudiosi fu Pasquale[7] e Teresa de Campora[8] – Marchese di Napoli, sarà Magistrato e Sindaco di Curti ed autore di vari manoscritti tra i quali un inedito sul Comune di Ischia. Pasquale avrà tre eredi Cristina, Alberto e Gioacchino Luigi (1874 -1942 Napoli) che sposerà la baronessa originaria di Matera, Magnifica Francesca Ridola[9] fu Alfonso[10] (avvocato, patriota e poeta aveva corrispondenze con il Manzoni ed il Poerio, - Alfonso, figlio di Emmanuele e Francesca Guida, sposò la baronessa Maria Consiglia Murolo [ndr]) e Francesca Guida (l’altra sorella Irene sposò il Marchese Mastelloni di piazza Carità di Napoli), Cavaliere di Malta, sarà docente di matematica e fisica ed ingegnere di ponti e strade, tra le sue opere ricordiamo la Funicolare Centrale di Napoli con annesso Teatro Augusteo del 1928, Terme di Agnano, Palazzo Mannajuolo e Leonetti, Palazzo di Giustizia a Roma, Funicolare a Capri, Area Tomba di Dante Alighieri e Palazzo della Provincia a Ravenna e la villa liberty al Petraio, vomero a Napoli come residenza per la sua famiglia. Da precisare che il casato dei Mellucci proveniente dalla Toscana si trasferi’ a Napoli agli inizi del 700 e fece parte del sedile Capuana, visse nel Palazzo di Famiglia al quartiere stella al numero 45 poco distante dal Palazzo del Principe Sannicandro ove nella metà del settecento lo scultore Giuseppe Sanmartino autore del Cristo Velato aveva
Palazzo Mellucci in via Stella, 45 a Napoli
progettato la tomba per il principe, e lo stesso Sanmartino si presuppone abbia potuto realizzare nel 1762, per il casato dei Mellucci, l’altare marmoreo con il paliotto raffigurante la Madonna con il bambino (attribuibile al SanMartino ma simile anche al Vaccaro ) e con l'iscrzione Stefano Mellucci ex devote 1762 (in onore del suo avo ecclesiastico), codesto magnifico altare[11] che, con atto di transazione, è stato acquisito al patrimonio del nipote, Giorgio Mellucci[12], nato a
Altare in marmo policromo del Sanmartino
Trento nel 1979, napoletano, appassionato di ricerche storiche, plurilaureato sia in legge che in beni culturali, figlio di Luigi legale e giornalista e Elisabetta Rossi, (Farmacista – titolare di farmacia in Pertosa), docente e legale. Il casato dei Mellucci nel periodo estivo si recava presso Vietri sul Mare dove hanno posseduto Torre Albori con cartiere e spiaggia privata.
Gioacchino Luigi Mellucci (1874-1942). Nella prima immagine ritratto a Torre Albori
Ritornando a Gioacchino Luigi (1874 -1942 Napoli) ha avuto sette eredi: Vittorio, Cesare, Elena, Teresa, Ada, Guido, Giorgio (1910 – 2005 Napoli) legale e dirigente della Banca d’Italia, socio onorario dell’Accademia Pontoniana, fu Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia sposa Maria Grazia Babuscio di Benevento fu Luigi, Magistrato e Direttore di Carcere e la nobildonna Vincenza Memoli Adinolfi (il trisavolo Memoli è sepolto al Duomo di Salerno, invece il nonno Adinolfi Giovanni Alfonso nato nel 1798 a Cava dei Tirreni è stato un noto avvocato , sindaco di Cava dal 1846 al 1848 ed autore dell'opera Storia della Cava distinta in tre epoche -1846- sposatosi con Rachele Salsano fu Filippo fisico ; fu Diego Adinolfi giudice a Cava ; il casato Adinolfi godette di nobiltà a Cava e Napoli ,possedevano il palazzo in vico di Monsignore oggi via Alfonso Balzico noto per il grande portale in pietra d'intaglio di gusto sanfeliciano , sotto la volta dell'androne è affrescato lo stemma ) di Cava de’ Tirreni, dalla loro unione nasce Francesca e Luigi che sposerà Elisabetta Rossi (fu Vittorio Rossi, segretario capo comunale e donna Maria Cardiello, il nonno Pietro fu il primo farmacista del Comune di Sant’Arsenio nell’800 e possedevano la cappella gentilizia di Santa Sofia) dalla loro unione nasceranno Giorgio nato nel 1979 e Vittorio, farmacista.
Nota: negli atti come tutti i cognomi hanno subito delle trasformazioni, infatti tante volte si legge erroneamente Melluccio ma era Mellucci dipendeva dallo scrivano.
[1] Bullettino delle sentenze emanate dalla Suprema commissione per le liti fra baroni e comuni ottobre 1809,pag 133
[2] La ragion pastorale, over comento Su la Pramatica LXXXIX. , Volume 1 Di Stefano di Stefano
[3] Michelangelo è stato sepolto a Napoli nella Basilica di Santa Patrizia
[4]Monte S.Angelo a Montelapiano tip.Santini del 2006 di Lucio Cuomo , pagg. 77,78,79,88
[5] ASCh atto notarile F.Morgante di Montelapiano del 30 settembre 1675
[6] Archivio Storico di Crotone
[7] Casalnuovo di Napoli escursus storico di C. Cicala, 2012
[8] De Campora , Palazzi e giardini di Napoli ,2016 N. Della Monica
[9] Francesca Ridola , il Centenario del Museo Ridola di Matera di Giorgio Mellucci ,2011
[10] Alfonso Ridola , Critica Manzoniana d’un decennio di Fausto Ghisalberti ,1949
[11] Altare del 1762, Archivio di Stato di Caserta , notaio Ascanio Falcone di Capua
[12] Giorgio Mellucci – 1979 Trento , ha pubblicato tre libelli